L'azione di una fresa su di un'otturazione in amalgama produce molta polvere di lega metallica ed una grande quantità di vapori di mercurio. Sono proprio i fumi il principale problema, per la loro naturale tendenza ad espandersi e diffondersi nell'ambiente. Ciò implica che, al pari dei fumi provenienti da una ciminiera, si avrà una zona prossima al punto in cui vengono formati i vapori dove essi sono molto concentrati e occupano un piccolo volume. Man mano che ci si allontana dal punto d'origine si assisterà invece alla progressiva diminuzione di concentrazione e dispersione ma anche all'allargarsi della fumata.
Per confinare e contenere i fumi di mercurio occorre dunque intervenire in prossimità del punto d'emissione. Più ci si allontana dalla sorgente e maggiore sarà il volume d'aria contaminato e, quindi, la difficoltà di rimozione ed eliminazione.
Fresare le vecchie otturazioni in amalgama produce anche una significativa quantità di polvere, molto più facilmente apprezzabile che non i fumi dato che risulta chiaramente visibile.
La polvere è molto più facilmente confinabile dei fumi ed in realtà costituisce un problema piuttosto contenuto dato che il mercurio metallico, ed ancor di più la lega d'amalgama in stato solido, non è assorbibile attraverso le mucose orali o intestinali. Per evitare quindi una contaminazione con polveri bastano banali dispositivi che facciano da barriera e copertura della zona di lavoro.
Nel ragionare una serie di misure protettive finalizzate ad evitare l'esposizione al mercurio durante le procedure di rimozione e sostituzione amalgama occorre focalizzarsi sulla causa principale di produzione di fumi di mercurio, cioè l'effetto termico dovuto all'attrito meccanico tra la fresa e l'amalgama. Il mercurio infatti è l'unico metallo già liquido a temperatura ambiente ed anche a temperature relativamente modeste va in evaporazione formando fumi volatili densi.
La precedente immagine è presa da filmati realizzati durante i nostri studi sperimentali sul comportamento dei fumi di mercurio nell'aria e la visualizzazione diretta delle emissioni mediante tecniche che sfruttano l'assorbimento atomico degli ultravioletti. Nel caso specifico si vede la produzione di una fumata di mercurio da parte di un dente con otturazione in amalgama dopo che la superficie è stata sollecitata meccanicamente tramite spazzolamento. Durante il fresaggio dell'amalgama con strumenti abrasivi l'emissione è centinaia di volte più intensa.
Quindi i criteri teorici fondamentali per rimuovere in sicurezza delle otturazioni in amalgama sono in buona sostanza tre:
Generare meno fumi possibile
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Confinare ciò che si genera
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Portare via i fumi il più vicino possibile all’origine
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Per raggiungere tali obiettivi da un punto di vista pratico nel 2001 il gruppo di lavoro dell'Accademia Internazionale Odontoiatria Biologica raggruppò una serie di suggerimenti generali per ispirare i protocolli di rimozione protetta messi in opera dai singoli dentisti.